

Mallory è una ragazza molto giovane e con un passato difficile e segnato dalla droga.
Il suo sponsor, però, crede in lei e crede che possa cambiare la sua vita trovando un buon lavoro in un quartiere benestante e tranquillo, lontano dai bassifondi e dalla delinquenza.
Così, le propone un colloquio di lavoro come babysitter presso una famiglia benestante di sua conoscenza: dovrà occuparsi di Teddy, un bambino di 5 anni molto intelligente e tenero, con la passione per il disegno.
Mallory viene assunta ed entra subito in sintonia con il piccolo Teddy.
Qualcosa però la turba: i disegni di Teddy, col passare del tempo, diventano sempre più strani e oscuri. E lui si giustifica dicendo che è Anya a farglieli fare: la sua amica immaginaria, che nei disegni ha un aspetto decisamente spaventoso.

La copertina di Teddy ci dice che Stephen King ha amato questo libro, ma possiamo davvero considerarlo il thriller più originale e inquietante dell’anno?
Personalmente vi rispondo che sì, possiamo.
Ho letto questo romanzo horror in due sere e non riuscivo a metterlo giù: mi sono fermata proprio quando gli occhi si chiudevano da soli e un paio di volte mi è caduto l’e-reader in faccia.
Ma non perché sia noioso, semplicemente perché è un page turner eccezionale.
L‘atmosfera horror è palpabile, se cercate il brivido lo troverete certamente.
È sicuramente originale, perché anche se mi ricorda un po’ Loro, di Roby Cotroneo, non si tratta dello steso genere di libro né di architettura narrativa.
Inoltre, e questo per i libri horror è sempre positivo, non c’è alcuna traccia di cliché: le cose non si accendono e non si muovono da sole, le stanze non cambiano di temperatura a caso, e così via.
Se proprio dovessi trovargli un difetto, direi che ho trovato un pochino inverosimile che una famiglia affidi (fra l’altro con tale convinzione) un bambino di 5 anni ad una ex eroinomane pulita da nemmeno due anni.
Ma il finale è talmente sorprendente e inaspettato, che si tratta di un difetto che si può perdonare.
Il mio voto:

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